PACIFISTA TRAFFICANTE

Gino Strada, un simbolo pacifista per molti, per altri uno che fa politica. Ha avuto il merito di fondare Emergency, una ONG che ha dato assistenza alle vittime di guerra, soprattutto quelle cadute a causa delle mine. Dal 2009 la presidenza è passata nelle mani della figlia. Durissimo nei confronti del Governo, soprattutto quando a Palazzo Chigi siede il Cavaliere, ha assunto sempre posizioni radicali. In una intervista a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio ha dichiarato: “Io non sono pacifista, sono contro la guerra”.

Già nel 2004 l’immagine dell’organizzazione di Strada, in occasione della liberazione degli ostaggi in Iraq, ne uscì appannata. Gino Strada accusò le forze armate Italiane di aver pagato un riscatto, e l’allora commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli dichiarò: “Ma mi dite quali cognizioni di causa può avere Emergency, se sono scappati via al primo scoppio di mortaretto? Se ne sono stati comodamente negli Sheraton di Amman e sono stati in giro a fare convegni, a sentenziare, a pontificare su una realtà nella quale noi, dalla mattina alla sera, in piena notte, andavamo rischiando la vita per portare aiuto da tutte le parti. Ma chi e’ piu’ credibile?”
E’ ininfluente se sia stato pagato o meno un riscatto per la liberazione degli italiani, ma la divulgazione di questi particolari avrebbe potuto avere pesanti ripercussioni nelle trattative per eventuali casi futuri.

Ora la sua organizzazione è finita nell’occhio del ciclone in quanto sono state trovate armi ed esplosivi nelle scatole di medicinali conservate in un ospedale di Emergency, in Afghanistan. Sono state arrestate nove persone, di cui tre italiani. L’accusa sarebbe che ci fosse in atto la preparazione di un attentato ai danni del governatore della regione, e che per questo sarebbe pure stato pagato un compenso di 500mila dollari. Accuse gravissime, frutto di più di un mese di indagini da parte dell’intelligence.

La difesa di Gino Strada lascia esterrefatti. Infatti si limita a protestare l’esistenza di un complotto che coinvolgerebbe anche le forze ISAF, presenti durante la perquisizione e il conseguente arresto.

Non rimane che attendere gli sviluppi degli eventi e allo stato attuale non si possono che formulare delle ipotesi. Quella del complotto sembra poco credibile: le armi sono state trovate, ma non si può escludere a priori siano state nascoste da qualcuno a bella posta. Poco credibile sembra anche pensare che all’interno della stessa Emergency si preparassero addirittura attentati.
Quindi, allo stato attuale delle informazioni – anche non dando credito alle forze di polizia afghane che hanno dichiarato che gli italiani avrebbero confessato – l’ipotesi più probabile sarebbe che attraverso Emergency siano transitati armamenti a sostegno dei talebani. Mentre lo Stato Italiano, unitamente alla coalizione internazionale, invece li combatte.

Pubblicato su Freedom24
12 aprile 2010

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