CE NE ANDIAMO NOI

Avrei voluto occuparmi d’altro, ma l’ affair Cosentino merita una parola. Arrivare a questo punto è stato inutile e dannoso. Le dimissioni – inevitabili – sarebbero dovute giungere prima. La politica dovrebbe vigilare su se stessa per impedire che della politica stessa se ne occupi la magistratura. Così per l’ex ministro Brancher, così per l’ex sottosegretario Cosentino.

La fronda finiana interna al Pdl, disposta a votare la sfiducia a Cosentino, ne esce rafforzata e canta vittoria, con toni troppo entusiasti per chi appartiene – più male che bene – al partito del Cavaliere.
Le dimissioni di Cosentino andrebbero salutate cospargendosi il capo di cenere, chiedendo scusa per quanto accaduto, almeno da chi afferma di appartenere alla stessa area politica.

Stonano quindi le affermazioni di Fabio Granata che si dichiara soddisfatto dalle dimissioni dello stesso Cosentino, dopo averne richiesto a gran voce le sue dimissioni. Ma il delirio non è che all’inizio. In una sorta di lettera aperta pubblicata sul suo blog e ripresa integralmente da Freedom24, l’esponente finiano Fabio Granata, dopo un elenco di suoi amici che sarebbero invisi all’ala maggioritaria pidiellina, chiude affermando: «Espelleteci tutti: per antimafia e difesa della legalità». Non sottintende, ma afferma proprio chiaro e netto, che l’ostracismo nei confronti dei finiani sarebbe da iscriversi per la loro lotta alla mafia e all’illegalità. Va da sé che gli altri tiferebbero quindi per la mafia e l’illegalità.

E’ un ragionamento inaccettabile, dimentico del fatto che questo Governo, quand’anche cadesse domani, verrebbe ricordato per gli importanti risultati proprio nella lotta contro la mafia e l’illegalità.
Certo, gli arresti li fanno le forze dell’ordine alle quali va ben più di un giusto applauso, ma siamo proprio certi che il Ministro Maroni non conti nulla, non coordini, non diriga, ma stia da mattino a sera a girarsi i pollici? E’ una domanda retorica, ovviamente.

All’inizio del dissenso dei finiani all’interno del Pdl, non tutte le loro rivendicazioni erano bislacche: democrazia interna, organi e strumenti di discussione nel partito, linea politica meno decisionista, ecc. Tutto ragionevole e sensato. Peccato già allora esistessero pesanti stonature: dal fuori-onda di Fini che attacca palesemente Berlusconi in una discussione avuta con il procuratore Nicola Trifuoggi, all’indecorosa lite in tv tra Bocchino, Urso e Raisi contro Lupi, alla spettacolarizzazione del dissenso nella Direzione Nazionale del Partito. Cose note a tutti. Meno nota è la politica vera dei finiani. Proposte sensate non se ne sono viste, azioni costruttive nelle aule parlamentari neppure, ad eccezion fatta per il continuo e costante cecchinaggio contro ogni legge proposta dal Governo. Da aggiungere a ciò la preoccupante situazione in Sicilia, dove all’Assemblea Regionale la maggioranza è costituita da Mpa (partito del Presidente Raffaele Lombardo), Pdl Sicilia (di Gianfranco Miccichè e finiani), Api (Rutelli) e pure Pd.
E’ lecito contestare l’azione di Governo pur facendone parte, nulla osta neppure contestare il partito e il suo Presidente, ci mancherebbe. Nel merito però, non con questi metodi sfascisti.

A Fabio Granata posso solo comunicargli che esistono su Internet un sacco di piattaforme, anche gratuite, che rendono possibile preparare un blog bello e pronto in pochi minuti. Se non ne è capace lo posso pure aiutare, perché qualcuno deve pur dirgli che è per lo meno di dubbio gusto e politicamente inopportuno, per un sedicente appartenente al Pdl, averne uno ospitato sul Fatto Quotidiano.

Un messaggio al Presidente: Silvio, questi non vogliono uscire dal Pdl. Piuttosto lo vogliono diverso, lo vogliono guidare loro anche se sono una minoranza, anche se la loro rotta collide con il comun sentire di chi si riconosce nel centro-destra. Vogliono pensionarti, sono i peggiori antiberlusconiani di sempre.
Sai cosa facciamo? Glielo lasciamo e ce ne andiamo noi.

Pubblicato su Freedom24
15 luglio 2010

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